Buongiorno, accolgo volentieri la richiesta di Lorenzo di scrivere 2 righe (...che non saranno solo 2) in questo BLOG. Mi presento: sono Andrea, ovviamente la subacquea è una delle mie passioni e quindi colgo l'occasione per parlare di ciò che mi piace di più.
Per iniziare il discorso, che sarà incentrato su ARO e REBREATHERS, vi racconto una storiellina che mi è capitata poco tempo fa.
Un giorno, non molto tempo addietro, mi sono recato in un diving insieme ad alcuni amici per una immersione di routine.
Quel giorno avevo deciso di effettuare l’immersione con un rebreather, un “comunissimo” Draeger Dolphin. Ho notato subito che quella scatoletta attirava una malcelata curiosità negli altri sub presenti quel giorno e, se da un lato la cosa mi divertiva, dall’altro ho avuto modo di ascoltare diversi commenti e discorsi relativi a questa macchina.
Alcuni dei subacquei presenti, tutti in circuito aperto, parlando tra loro asserivano che una delle bomboline attaccate alla “scatola” fosse caricata a ossigeno puro e l’altra fosse piena di elio, altri parlavano di nitrox, altri ancora parlavano di diluente se non addirittura di trimix.
Tale confusione, generata dalla non-conoscenza di tali apparati, mi ha spinto a cercare di spiegarne, con parole semplici (spero!), il principio di funzionamento e la loro semplicità intrinseca. Questo non vuole essere un “libro di testo”, tuttavia spero che possa essere utile a qualcuno per meglio comprendere tali apparati che sembra avranno una sempre maggiore diffusione.
Tanto per chiarire subito un concetto che ritengo importante, gli ARO e gli autorespiratori a circuito semichiuso non servono per andare più fondi, non sono complessi come altri apparecchi e si può tranquillamente affermare che nel corso degli anni hanno probabilmente raggiunto lo “stato dell’arte”. Queste macchine sono semplici e affidabili quanto un comune primo e secondo stadio dei nostri cari circuiti aperti.
Tuttavia, così come per molte altre cose, essi possono diventare pericolosi se usati con leggerezza, senza effettuare i previsti controlli e soprattutto senza un addestramento specifico.
Allora che servono direte voi? Perché dovrei sobbarcarmi la spesa di un corso se non addirittura la spesa (non indifferente) di un Rebreather o di un ARO?
La risposta è ovviamente soggettiva, dipende da quanto vogliamo ampliare le nostre conoscenze subacquee, dipende se vogliamo conoscere dei sistemi alternativi al circuito aperto che tutti noi abbiamo utilizzato sinora.
Quali sono le caratteristiche di questi apparecchi? Che vantaggi mi danno rispetto all’aria? Se parliamo di un ARO, abbiamo a nostro vantaggio il peso limitato dell’apparecchio, la completa silenziosità e la lunghissima autonomia, per contro gli svantaggi sono la bassa profondità raggiungibile e il costo non indifferente.
Parlando invece di SCR (Semi-Closed Rebreather), i vantaggi sono il peso e l’ingombro ridotti, una buona silenziosità, una dispersione termica inferiore eccetera. Gli svantaggi anche in questo caso sono il costo dell’apparecchio e l’obbligo di rispettare determinate prerogative (pianificazione del tuffo, cura e controllo dell’apparecchio eccetera).
Al di là di ogni considerazione relativa a vantaggi e svantaggi, immergersi con un ARO o con un Rebreather comporta il piacere (..secondo me) di conoscere un mondo nuovo, negato ai subacquei ricreativi sino a pochi anni fa perché relegato alla subacquea professionale o militare. Ci sono stati vari tentativi nel corso degli anni di immettere sul mercato degli apparecchi che fossero alla portata di tutti i sub ricreativi (inteso come il sub che si immerge per diletto e non per lavoro). Tutti questi tentativi sono spesso naufragati per vari fattori che non comprendo appieno e quindi non riporto. Adesso, finalmente, c’è l’opportunità di utilizzare queste macchine per scopi ricreativi, sarebbe un peccato lasciarsi scappare l’occasione.
ciao a tutti
1 commento:
Complimenti Andrea, hai centrato in pieno diciamo "le problematiche" legate alla piu' completa disinformazione sugli ARO e SCR, apparati in quanto tali, da tenersi il piu' lontano possibile dall'uso quotidiano.
Spero chiunque voglia informarsi, lo faccia direttamente a chi è Istruttore nel nostro Diving e che si riesca a sfatare il luogo comune su chi sostiene che l'uso del rebreather sia cosa da Alieni e SuperDiver...
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