martedì 3 marzo 2009

Parliamo ancora dell'ARO.

Continuiamo la descrizione dell'ARO (...che barba vero??)

Questa volta vediamo dal punto di vista pratico come è fatto un ARO!

Parti costitutive dell’ARO.

Sostanzialmente l’autorespiratore ad ossigeno è composto da quattro parti:
il sacco-polmone (figura 1), costituito da un contenitore di gomma elastica o materiale simile la cui funzione è quella di equilibrare la pressione dell’ossigeno proveniente dalle bombole alla pressione ambiente e nella quantità richiesta dall’operatore subacqueo, di miscelare l’ossigeno con i gas prodotti dalla respirazione e di offrire al subacqueo un valido ausilio per controllare la posizione idrostatica voluta;















Figura 1: Sacco polmone.


Il filtro o capsula contenente la calce sodata (figura 2), una sostanza in grado di assorbire l’anidride carbonica prodotta dal nostro organismo ed espulsa quindi dai nostri polmoni nel sacco durante la fase di espirazione;











Figura 2: Capsula della calce e tubo corrugato con rubinetto e boccaglio.



Il boccaglio-rubinetto (anch'esso visibile in figura 2), collegato tramite uno o due tubi corrugati (uno per il pendolare e due per il ciclico), al filtro e al sacco polmone. Il boccaglio-rubinetto è dotato di boccaglio anatomico, ha un particolare sistema di chiusura che consente di respirare dal sacco polmone o chiudere l’autorespiratore per evitare l’ingresso di acqua dal boccaglio stesso.

La bombola metallica (figura 3), (possono essere anche due), contenente l’ossigeno puro ad una determinata pressione e dotata di un gruppo riduttore della pressione collegato con il sacco polmone e denominato by-pass (visibile in figura 3, sul collo della bombola), il quale, a sua volta, è munito di una leva o di un pulsante di richiesta e talvolta di un manometro;














Figura 3: Bombola metallica (in questo caso in alluminio) con rubinetto, bypass e manometro per ossigeno


Il principio su cui si basa il funzionamento dell’autorespiratore ad ossigeno è semplicissimo.
L’ossigeno ad alta pressione (normalmente 150/200 atm.) contenuto nella bombola viene, su richiesta del subacqueo, trasferito, tramite il by-pass manuale (contenente un riduttore di pressione a 10 atm), al sacco-polmone dove assume la pressione ambiente, quella cioè corrispondente alla profondità in cui ci si trova.
A questo punto il gas contenuto nel sacco-polmone può essere inspirato ed espirato più volte attraverso il corrugato/i.
Il gas espirato, prima di essere miscelato con l’ossigeno puro presente nel sacco, attraversa un filtro riempito con un composto chimico che assorbe l'anidride carbonica prodotta dall'organismo. Detto assorbente, noto come calce sodata, viene utilizzato anche nei moderni rebreathers per lo stesso scopo.
Dal momento che l’ossigeno viene gradualmente consumato, ad intervalli regolari il subacqueo deve immettere ossigeno fresco all’interno del sacco attraverso il predetto by-pass.
Il circuito che i gas percorrono nell’apparecchiatura assume, a seconda del tipo di autorespiratore, un andamento pendolare oppure ciclico.








Aro Pendolare






Nel sistema pendolare il gas espirato dal subacqueo viene convogliato, tramite il boccaglio ed il tubo corrugato, nella capsula di calce sodata, la quale, dopo aver fissato l’anidride carbonica, restituisce il gas depurato al sacco-polmone dove esso si miscela con il nuovo ossigeno proveniente dalla bombola.
Successivamente il gas, completamente rigenerato, passa dal sacco-polmone alla capsula di calce sodata e giunge ai polmoni del subacqueo attraverso lo stesso corrugato di espirazione.
In altre parole il percorso effettuato dal gas durante l’intero atto respiratorio, sia nella fase di inspirazione che in quella di espirazione è lo stesso, donde il termine di “pendolare”.

Le caratteristiche fisiche più evidenti che distinguono l’ARO pendolare da quello ciclico sono quelle di avere un solo tubo corrugato anziché due, un rubinetto a tre vie anziché quattro, un tipo diverso di capsula per la calce sodata, in sostanza un’impostazione tale da renderlo più semplice, maneggevole e anche meno ingombrante.
Per contro questo tipo di autorespiratore presenta l’inconveniente per cui lungo il tubo corrugato si creano degli spazi morti dove l’ultima quantità di gas espirato (ricco di anidride carbonica) sosta e diventa il primo ad essere aspirato durante la successiva fase di inspirazione, senza essere filtrato dalla capsula di calce sodata.
Data la quantità minima di gas presente negli spazi morti questo inconveniente è di per sé insignificante a meno di non effettuare respirazioni superficiali e frequenti (sempre comunque da evitare con questo tipo di apparecchi).

Nel sistema ciclico (foto a lato) invece, il gas espirato dal subacqueo passa attraverso il boccaglio, da questo al tubo corrugato e, dopo aver superato una valvola di non ritorno, nel filtro dove cede l’anidride carbonica alla calce sodata depurandosi.
Dal filtro della calce sodata il gas passa al sacco polmone dove, miscelandosi con il nuovo ossigeno, si rigenera; quindi attraverso un altro tubo corrugato e il boccaglio il gas affluisce ai polmoni del subacqueo secondo un andamento ciclico e/o circolare.
Le caratteristiche fisiche che distinguono questo tipo di autorespiratore le abbiamo già elencate descrivendo quello pendolare oltre naturalmente le valvole di non ritorno che obbligano il gas a compiere un determinato percorso.
I maggior vantaggi di questo tipo di autorespiratore sono: eliminare completamente gli spazi morti e quindi qualsiasi eventuale traccia di anidride carbonica, diminuire notevolmente lo sforzo respiratorio, cosa molto importante per rendere l’immersione meno faticosa e quindi sicuramente più piacevole.














Aro da "attacco" MMI. (estremamente idrodinamico a scapito però di un minore volume respiratorio).












ARO Ciclico O.M.G.


















ARO Technisub



















ARO Cressi mod. 57B






















ARO Draeger LAR 5




















ARO Mordem

















ARO Tecnoprene (copia dell'O.M.G.)














Non vi preoccupate, ho finito!

Al prossimo post, nel quale parleremo di come si prepara e si usa un apparecchio ad ossigeno.

Ciao a tutti
Andrea

N.B.: alcune parti del testo e alcune foto, sono gentilmente concesse dal sito http://www.rebreathers.eu/

2 commenti: