mercoledì 8 aprile 2009

IL SALVATAGGIO DI UN SOTTOMARINO SINISTRATO

Mi è stato chiesto dal nostro Buon Lorenzo di scrivere qualcosa: ho deciso di iniziare una serie a puntate sul tema sommergibili. Spero di non annoiarvi.
Iniziamo con la prima puntata!!

IL SALVATAGGIO DI UN SOTTOMARINO SINISTRATO
Il sottomarino è un mezzo ideato e costruito per navigare in immersione. La capacità di “sostentamento” è ottenuta rendendo la spinta idrostatica uguale al peso. In questa condizione si dice che il sottomarino è in assetto neutro.
Il sottomarino passa dalla condizione di emerso a quella di immerso allagando le casse zavorra, che rappresentano il volume di galleggiamento denominato riserva di spinta. Quindi un sottomarino immerso è in grado, in ogni momento, di esaurire le casse zavorra e raggiungere la superficie rapidamente. Se a causa di una falla il sottomarino imbarca una quantità di acqua superiore a quella della riserva di spinta, anche esaurendo le casse zavorra, non riesce a portarsi in una condizione di assetto positivo e sprofonda inesorabilmente posandosi sul fondo. Questa è la condizione di “sottomarino sinistrato” (DISSUB).
Ammettendo che l’equipaggio sia riuscito a evitare che la pressione sia aumentata eccessivamente e che le condizioni minime di vivibilità siano state conservate, inizia la lotta per la sopravvivenza. L’equipaggio deve scegliere se resistere a bordo il più a lungo possibile sperando nella riuscita della procedura di ricerca e salvataggio o decidere di abbandonare il sottomarino in maniera autonoma. Queste scelte si fanno in base alle condizioni “ambientali” (qualità dell’atmosfera, pressione interna, degrado delle condizioni interne, profondità). Nella scelta di attendere i soccorsi, l’equipaggio sopravvissuto ha a disposizione una dotazione di sicurezza consistenti in viveri, acqua, sistemi di rigenerazione dell’aria di emergenza. In questo caso è fondamentale riuscire a stabilire il contatto con le navi di ricerca e soccorso. L’equipaggio provvederà ad emettere tramite i dispositivi acustici ancora in efficienza o semplicemente facendo rumore a scafo con oggetti metallici.
Iniziamo a descrivere i sistemi di salvataggio e di abbandono di un DISSUB:
SISTEMI ESTERNI
CAMPANA MC CANN
La campana Mc Cann è stata progettata dai comandanti della US Navy Momsen e Mc Cann. . Il concetto di funzionamento è molto semplice: si tratta di un apparecchio cilindrico pressoresistente al quale si può accedere da un portello superiore e uno inferiore; è dotata di strutture idonee a realizzare il collegamento idrostatico e meccanico con quella del portello esterno dei sommergibili in modo da permettere il recupero dei naufraghi e il successivo trasporto in superficie a piccoli gruppi (5÷6 persone a corsa). La campana è uno strumento complesso, dotato di possibilità di variare il proprio assetto in modo autonomo e di alarsi/filarsi sul cavo di guida. La campana è in grado di pressurizzarsi in modo da equiparare l’eventuale aumento di pressione del sommergibile sinistrato.


Il portello esterno di accesso del sottomarino è dotato di una “mastra” con una superficie perfettamente piana e circolare su cui fa “ventosa” la campana. Essa si posiziona sul portello alandosi mediante il cavo guida che era stato preventivamente collegato al portello stesso del sottomarino. Una volta in posizione, e con la parte inferiore della campana (denominata gonna) a contatto con la mastra si inizia a mettere in comunicazione la gonna con un ambiente a bassa pressione quale l’interno del sottomarino o l’interno della campana stessa. Così facendo per depressione la gonna si “incolla” alla mastra come una ventosa. I due compartimenti (campana e sottomarino) sono diventati un pezzo unico permettendo il passaggio del personale tramite i due portelli.
MINISOMMERGIBILE DI SOCCORSO Deep Submergence Rescue Vehicle (DSRV)
I battelli di salvataggio sono relativamente recenti: nel 1971 e 1972 furono costruiti i due minisottomarini di salvataggio classe DSRV (Deep Submergence Rescue Vehicle).
Oggi l’elenco è piuttosto nutrito e si distinguono prevalentemente per la capacità di trasporto, la manovrabilità e la possibilità di appontare sulla mastra del sottomarino anche con forti inclinazioni longitudinali e trasversali del sottomarino stesso
Questi tipi di battello, che annovera l’ URF svedese, la classe India della marina russa, l’italiano SRV 300, l’inglese LR5 sono in grado di ricercare autonomamente il battello sinistrato e non hanno alcun bisogno di una nave appoggio se non per il trattamento iperbarico dell’equipaggio; questo fattore è importante, in quanto rende possibili le operazioni di salvataggio anche con mare agitato, cosa non possibile con la campana Mc Cann. I battelli di salvataggio, tra cui annoveriamo anche i ROV filoguidati con cavo ombelicale, si distinguono per varie caratteristiche quali la capacità di trasportare più o meno personale e la capacità di pressurizzarsi.
Di seguito le caratteristiche del SRV300:
· profondità massima 300 m
· equipaggio 2 uomini
· capacità di trasporto 12 uomini
· lunghezza 8.3 m
· dislocamento 27.4 t
· inclinazione max per appontaggio 45°
Il minisommergibile ha il vantaggio di poter essere utilizzato non solo da una nave di supporto di superficie (MOSHIP) ma anche da un “mother submarine” (MOSUB)

Adesso una carrellata di minisommergibili utilizzati nel mondo (non tutti!):

SRV 300 - ITALIA

MESSA A MARE DA NAVE ANTEO DEL SRV 300

APPONTAGGIO DEL SRV 300


DSRV - US NAVY
LR5 - ROYAL NAVY

URF - SVEZIA
REMOTE OPERATED RESCUE VEHICLE
Questi mezzi sono dei “ROV” ovvero dei mezzi subacquei comandati dalla superficie senza un vero e proprio equipaggio. Questo significa che tutto lo spazio ricavato all’interno dello scafo resistente è utilizzabile per il “carico pagante” che in questo caso è rappresentato dall’equipaggio da salvare. Più persone si possono portare per ogni viaggio e minore sarà il tempo necessario per completare il salvataggio. Con un equipaggio di 60 persone sono necessari almeno 5 viaggi, e a seconda delle condizioni meteo e marine ogni viaggio può durare svariate ore.
Un esempio di RORV è il REMORA della marina australiana:



CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Profondità: 500 m
Angolo di appontaggio: 60°
Pressione interna: superiore a 5 bar
Trasporto: 6 persone + 1 operatore
Ciclo di salvataggio: 3 ore
L’aspetto negativo più evidente è che questi mezzi necessitano di collegamento alla superficie per la guida non consentendo possibilità di ricerca autonoma.
Entrambi i sistemi devono comunque consentire il trasferimento sotto pressione dell’equipaggio sopravvissuto che andrà decompresso in camera iperbarica.

Submarine Rescue Diving and Recompression System (SRDRS)
Come detto precedentemente il DSRV Americano è un mezzo costruito agli inizi degli anni 70. Già nel 2000 era previsto che i due mezzi in dotazione alla US Navy (Mystic e Avalon) venissero messi in disarmo ma la tragedia del Kursk ha spinto i vertici della marina americana a continuare la sperimentazione per lo sviluppo di un sistema di salvataggio integrato.
Il sistema sviluppato è basato su un RORV completamente integrato con il suo sistema di rilascio e con l’impianto iperbarico per il trasferimento sotto pressione e il relativo trattamento de compressivo. Il sistema è installabile su qualsiasi unità navale che abbia a disposizione un’area sufficiente come qualsiasi supply vessel. Il sistema è trasportabile su strada, in nave e in aereo ed è quindi possibile imbarcarlo in qualsiasi parte del modo riducendo enormemente i tempi di intervento non essendo legati al trasferimento dell’intera nave di soccorso.

Per oggi è tutto, alla prossima puntata sui sistemi di fuoriuscita.
Ciao a tutti. Marco

1 commento:

lorenzo sub ha detto...

Bravo Marco!!! La tua competenza su questi argomenti è veramente smisurata! Grazie di trattare questi argomenti in maniera così chiara anche per i gigioni come me, e di contribuire a rendere sempre più variegato di argomenti ed interessante il nostro blog!
Aspetto con ansia nuove tue idee.
A presto
Lo'